Io penso che questa iniziativa è l'ennesima cazzata pensta dall'attuale ministero della pubblica istruzione. Lo Stato, come tale, DOVREBBE garantire il diritto allo studio di tutti i ragazzi meritevoli, ma non si può slegare il merito dal reddito, è una cosa semplicemente ingiusta che va a vantaggio, guardacaso e per l'ennesima volta, a quella piccola parte della popolazione che in realtà è già avvantaggiata; va per prima cosa detto che questa quantità, sebbene sostanziosa, non basterebbe a mantenere uno studente fuori casa per tutta la durata degli studi, per cui c'è sempre bisogno di un apporto da parte delle famiglie, ma sicuramente vincere una borsa di studio di questo tipo può tornare molto utile, ma la natura del finanziamento fa nascere alcuni interrogativi. Comunque una prima domanda sorge spontanea: una borsa di studio da 10000€ servirebbe di più al figlio dell'imprenditore o al figlio dell'impiegato? Io direi decisamente al secondo. Secondo: quali sarebbero i criteri di valutazione del merito? Gli studenti che parteciperebbero a questo bando sono ancora studentelli freschi di diploma, cosa può essere valutato ai fini dell'assegnazione della borsa di studio? Sicuramente il voto del diploma in primis, oltre che probabilmente il rendimento medio durante tutto il corso di studi; oltre a questo ci possono anche essere altri fattori, chessò, se lo studente si è dimostrato particolarmente bravo ottenenendo dei premi (come le competizioni internazionali di matematica, cose così) ma la maggior parte degli studenti saranno valutati soltanto per eventuali certificati che posseggono, chessò, Patente Europea del Computer, certificati di conoscenza della lingua inglese, e altro ancora.
Il problema è esattamente questo: il figlio di papà in genere oltre a non avere bisogno (o almeno non lo stesso bisogno di chiunque altro) di questi 10000€, sarà valutato in base a dei criteri di merito quantomeno opinabili (esclusa quella minoranza VERAMENTE meritevole ma che sicuramente già avrebbe accesso alle borse di studio normali) dato che sappiamo tutti con quale facilità dalle nostre parti si possa ottenere dei voti anche alti senza fare niente (mentre altri meno privilegiati a parità di sforzi prendono di meno), specialmente quando si ha a che fare con istituti paritari. E sappiamo anche di come certe certificazioni ti vengano date semplicemente pagando.
Sicuramente un secondo criterio di valutazione riguarda l'istituto in cui ci si iscriverà. E la mia sensazione è che saranno privilegiati coloro che si iscriveranno ad istituti privati, specialmente quelli cattolici, in linea con la politica generale di questo governo in materia di istruzione e in generale di genuflessione rispetto ad istruzione privata e privilegi della chiesa cattolica.
Però è anche vero che spesso chi viene da una famiglia ricca (imprenditori) ha anche dei mezzi per imbrogliare a prescindere: evasioni fiscali in primis, ma entra in gioco anche la residenza: ho visto con i miei occhi dei casi di una famiglia (già sfondata di soldi di per sè) che per AZZERARE la retta universitaria ha fatto cambiare la residenza al figlio in una seconda casa di proprietà, in modo da far risultare il figlio a fini fiscali come un nucleo familiare senza reddito. La soluzione sarebbe quella di basare i criteri di valutazione sia sul MERITO che sul REDDITO, dando magari anche più importanza al MERITO, ma i criteri di valutazione devono essere TRASPARENTI, devono essere SENSATI, e soprattutto bisogna impedire in qualche modo (con un controllo, ad esempio, del reddito dei genitori A PRESCINDERE dalla residenza) che persone come quelle appena descritte possano accedere a questi bandi.