Per esperienza, in queste materie non ci sono definizioni granitiche... O meglio, tutto si può dire, se lo sappiamo spiegare e motivare (all'esame soprattutto
)
ti spiego i miei punti di vista.
1)gli hub dei primordi si limitavano a mettere in parallelo i doppini in rame. Io personalmente ne ho visto uno solo di HUB, ed era attivo (aveva ancora una presa coassiale), nel senso che si limitava a fungere da ripetitore del segnale su tutte le altre porte. Non so neanche se siano mai esistiti HUB (apparati vecchi) con uscite in fibra (cablaggio relativamente nuovo, o comunque da poco tempo abbordabile in termini di costi). attivi? passivi? boh, per me sono passivi, ma basta saper motivare
2) siccome io pensavo ad un solo switch, mi sono distratto, ed ho pensato ad un solo hub a cui attaccare le stazioni. tu invece proponevi due HUB diversi, quindi non c'è collisione. Se però non c'è collisione (cioè c'è solo una stazione), a che serve l'hub di piano? a garantire la scalabilità, certo, però non è escluso che questa non possa essere garantita con un solo switch al piano centrale, che potrebbe benissimo essere riutilizzato all'espansione della mia rete. Considera inoltre che dalla traccia, non c'è uscita sulla rete Internet, pertanto utilizzare un cavo in fibra solo per far passare la banda necessaria ai driver della stampante, è secondo me uno spreco:ovvero, se dovessi cacciare io i soldi, non lo utilizzerei.
3) Hai ragione, ti ho risposto con le conoscenze e l'esperienza acquisita dopo Reti1, se facessi domani quell'esame, direi prima che la soluzione canonica è una (la tua o simile alla tua) ma che in realtà è uno spreco enorme e compenserei in altro modo (con la mia soluzione ad esempio). Alla magistrale (e sembra che sia quasi uno scopo che il CdL vuole raggiungere) tutte le certezze e gli schemini teorici della triennale saltano, in ogni materia
questo per spiegarti cosa mi ha spinto a rispondere così
4) ancora, dobbiamo rompere le rigide definizioni di Reti1. Uno switch L3 non ha tutte le funzionalità dei router.
Un router "vero e proprio" è pensato in una certa maniera, ha un software e un hardware dedicati a switchare pacchetti IP, ma gestisce anche protocolli di routing dinamici, protocolli di gestione (BGP, OSPF) deve avere interfacce diverse dalla semplice ethernet (ne esistono a decine, in fibra e in rame!),deve avere una switching fabric (mi sembra si chiami così) di parecchi MPPS (Mega packets per second) o GPPS, e tante altre cose che non so manco cosa siano; è insomma una macchina interamente dedicata allo switching IP.
Uno switch di livello 3 è uno switch. Si focalizza sulle peculiarità di switching su MAC in rete locale, ma ha anche alcune funzionalità Layer 3, come il "routing" su rete locale.
Ad esempio, se un docente di Ingegneria vuole collegarsi ad una macchina di un docente di Giurisprudenza, allocato in un altro edificio del campus, potrebbe (sicuramente) volerlo fare attraverso l'IP di rete locale delle macchine. Se gli switch non avessero funzionalità di livello 3 (almeno i core-switch), ciò implicherebbe che questi dovrebbero fare una richiesta ARP sui domini superiori (i livelli di switching fino al centrostella di campus saranno almeno 4), e poi mi perdo... chissà cos'altro, non mi sovviene neanche ora come...
Uno switch L3 (cioè che supporta ANCHE il livello3) sicuramente è inadatto per collegare l'università alla rete Internet, è pensato per altri scopi, per capacità minori, con interfacce limitate (RJ45 + un solo tipo di fibra).
in un progetto in un altro esame (Applicazioni di IT Governance) dovevo progettare una rete di un campus, e se ricordo bene, il centrostella di campus era il seguente switch, che ha tra le funzionalità elencate nel seguente datasheet
http://www.cisco.com... ... _4900M.pdfanche quelle di livello 3 (cerca "Layer 3" nel pdf)
spero di non averti ammuinato, il succo che volevo far passare è che è tutto molto più complicato nella pratica