Cari colleghi, questi continui blocchi, scioperi, disservizi e quant'altro, come detto già numerose volte e come voglio ancora ripetere, stanno danneggiando solamente NOI STUDENTI, che siamo la fetta più grande della torta, ma, ahimè, anche quella più debole. Ritengo di aver reso noto il mio pensiero circa questa tematica. Gli ideali saranno anche giusti, ma le modalità sono sbagliate. E c'è da aggiungere un'altra cosa e su questo sono d'accordo con il governo: ci sono tanti sprechi all'interno dell'Università. Ci sono alcuni ambiti, come quello scientifico, tecnologico e ingegneristico, dove la ricerca non è solo FONDAMENTALE ma è VITALE, perchè da lì trae vita e linfa la nostra (futura) professione. Ma ci sono altri ambiti, ad esempio alcuni campi umanistici, che, passatemi il termine, rubano solo fondi che potrebbero essere investiti in altra ricerca ben più proficuamente. Mi spiego meglio. Con tutto il rispetto, ma mi dite cosa serve un ricercatore in diritto romano, o in lingue antiche, o in storia? Questa gente se ama lo studio dei testi antichi, fa lo studioso a vita, ma non può pretendere fondi necessari ad altri tipi di ricerca, che possono portare al progresso tecnologico nel campo della medicina, della biologia o dell'ingegneria, necessari per lo sviluppo e il benessere umano e della società. Ad Ingegneria, medicina, farmacia, biologia i ricercatori davvero si fanno il "mazzo", in altre facoltà ho seri dubbi...A giurisprudenza cosa servono i ricercatori? Le leggi cambiano continuamente e basta leggerle perchè sono chiare (per loro). Non serve una ricerca a mio avviso nel campo legislativo. Detto questo, ricordando ancora una volta la mia totale contrarietà a queste metodologie adottate nel nostro ateneo, voglio fare chiarezza su alcuni punti.
Punto primo: è arrivato in fase di arrivo il federalismo, punto base anche della manovra economica del governo. Quindi per chi spera di far decadere il D.D.L. dico solo questo: o accendete un lumino a Pompei e pregate oppure mobilitatevi per andare a Roma, perchè questa è davvero l'ultima possibilità. E davanti al Parlamento devono andarci i ricercatori in protesta, non gli studenti strumentalizzati.
Punto secondo: la nostra laurea non sarà mai una laurea di serie B. Ci sono Ingegneri stranieri che vengono dalle università estere di paesi in via di sviluppo e che sicuramente hanno una qualità dell'insegnamento al di sotto degli standard europei,eppure questa gente si è impegnata e lavora in aziende ITALIANE. Inoltre una laurea è sempre un punto di partenza per lavorare. Il 90% di degli studenti che si laurea in Ingegneria, in un modo o nell'altro dopo poco tempo lavora. Certo non vi aspettate superstipendi o il posto a 20 metri da casa vostra. Ma tra poco e niente, preferisco sempre il poco. Il futuro è comunque nell'imprenditoria e nelle aziende, che come voi ben sapete, sono il nostro habitat lavorativo privilegiato. La crisi prima o poi finirà e chi ha una mente brillante e una preparazione di alto livello (e state pur certi che a livello di insegnamento Ingegneria a Fisciano non ha nulla da invidiare alla Federico II o ai Politecnici) andrà avanti e si troverà avvantaggiato.
Punto terzo: altre forme di protesta che danneggiano gli studenti dovranno essere impedite da chiunque abbia un ruolo di responsabilità all'interno della nostra Università. Che sia il rettore, il senato accademico, il preside o i rappresentanti ad impedirlo, non importa. Ma basta blocco della didattica e blocco degli esami, altrimenti invito tutti voi (e ci sono anche io) che siete contrari a questi metodi di protesta e che pagate le tasse regolarmente, di organizzarvi, di parlare con i rappresentanti di ateneo e di intraprendere le vie legali per denunce e richieste di risarcimento.
Spero di essere stato chiaro questa volta.
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