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Corsi di Laurea










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Insegnamento di Reattori Chimici


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Questa discussione ha avuto 8 risposta/e

#1
michaelc

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Cari ragazzi,

come sapete durante l’anno accademico 2011/12 sono stato titolare del corso di Reattori Chimici. Si è trattato di una situazione che non ho scelto (per continuità didattica avrei voluto continuare a tenere il corso di Complementi di Termodinamica e Reattoristica, come avevo fatto nell’AA 2010/11, dopo molti anni che tenevo il corso di Termodinamica dell’Ingegneria Chimica 2), ma che mi è stata imposta.

Ho accettato questa imposizione controvoglia, perché sapevo che mi sarebbe costata moltissime energie per preparare il corso in maniera efficace. Però mi sono impegnato, e penso di aver fatto un buon lavoro, a giudicare da una serie di indicatori che ho sintetizzato in una brevissima relazione che vi allego.
Anche quest’anno è stato deciso, contro il mio parere, contro il parere del prof. Titomanlio che è il decano del mio settore, e contro il parere dell’Area Didattica, di cambiare il docente di Reattori Chimici, violando ancora una volta la continuità didattica.

A mio giudizio, la procedura di assegnazione degli incarichi è stata anti meritocratica (non si è tenuto in alcun conto del comportamento e del merito dei docenti, non si è tenuto in alcun conto delle valutazioni degli studenti), non etica (non è giusto che per il capriccio di qualcuno la MIA vita personale sia scombussolata ogni volta, dovendo io preparare ogni anno un corso nuovo), e anche non lecita (sono state violate le norme che presiedono all’assegnazione delle coperture didattiche).

Concludendo, questo post ha due obiettivi:
1. farvi sapere come sono andate le cose, e raccogliere i vostri pareri;
2. chiedervi di valutare la breve relazione allegata, facendomi notare errori, incongruenze e mancanze.

Potete rispondere al post come in un normale thread oppure, se temete ripercussioni personali, inviatemi un messaggio privato: io li pubblicherò rimuovendo i riferimenti ai mittenti (“anonimizzandoli”).

Anche per chi non è di Ingegneria Chimica, questo evento dovrebbe essere interessante: è un tentativo, il mio, di introdurre e far valere elementi meritocratici in un processo, quello di definizione del “servizio agli studenti”, in cui il merito non c’è, e si dimenticano sempre i diritti e le esigenze degli studenti stessi …

Grazie della vostra partecipazione
Gaetano Lamberti

P.S. Questo post è stato pubblicato qualche giorno fa in un gruppo "chiuso" di Facebook (GruppoTPP). Ho pensato sia più opportuno proporlo ad un pubblico più vasto.

File allegato





#2
michaelc

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Ho ricevuto via MP da una studentessa, ed ho volentieri inoltrato:

Credo che per essere professori ed esercitare il proprio mestiere (nell'ambito universitario almeno) bisogna essere competenti, preparati, chiari e disponibili ai chiarimenti, umili e rispettosi non solo dei colleghi, ma anche di chi studia per diventarlo! Tutte cose che ho riconosciuto in Lei e che, con rammarico, non ho riscontrato in tanti professori. Abbiamo diritto alla parola, senza dover subire ritorsioni, abbiamo diritto ad esprimere il nostro parere, ma vedo che il nostro parere resta soltanto su un foglio compilato in aula, che non viene considerato per l'assegnazione delle cattedre l'anno successivo!
Ho cercato in queste parole di riassumerLe tutti i motivi per i quali mi trovo in accordo con ciò che Lei ha scritto e sono certa che, come me, tanti altri la pensano allo stesso modo.
Concludo ringraziandoLa per averci dato importanza e considerazione a riguardo, chiedendo il nostro parere! Non è da tutti e credo che tutti dovrebbero seguire il Suo esempio.
Saluti.

#3
michaelc

michaelc

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Ho ricevuto alcune domande da qualche studente, mi sembrano domande molto sensate, le cui risposte dovrebbero essere di interesse comune. Allora ve le propongo (un po’ alla volta, perché le risposte sono complesse):

1) Chi dovrebbe controllare i questionari che ci fanno compilare, e cosa dovrebbe evidenziare?

PARTE 1. Valutazione della didattica

Questa dei questionari è una storia molto edificante della Università italiana in generale, e dell’Ateneo di Salerno in particolare. A partire dal 2009, una (piccola) parte dei finanziamenti dello Stato all’università viene distribuita con criteri premiali (meritocratici). Il fattore di distribuzione si calcola tenendo conto di una serie di indicatori, e tra questi c’è l’indicatore A4: Rapporto tra il numero di insegnamenti per i quali è stato richiesto il parere degli studenti ed il numero totale di insegnamenti attivati nell’a.a. 2007/08. Per il calcolo dell’indicatore si rapporta il valore specifico con quello mediano. Fonte: Allegato 1 al decreto di ripartizione dell’FFO (Fondo di Finanziamento Ordinario) dell’Università, anno 2009 (http://attiministeri... ... -n-45.aspx).
Per questo agli studenti vengono somministrati i questionari di valutazione, per avere diritto a qualche soldo statale in più. Però c’è un piccolo problema. La definizione dell’indicatore prevede SOLO che agli studenti si richieda il parere, poi distribuisce i soldi a fronte dell’avvenuta raccolta dei dati. I questionari, poi, possono essere tranquillamente utilizzati per far funzionare qualche camino. NO COMMENT.

La Facoltà di Ingegneria dell’Università di Salerno, principalmente grazie al lavoro dei rappresentanti degli studenti in Consiglio di Facoltà e soprattutto grazie all’impegno di Antonio Montella, almeno ha pubblicato le schede (http://www.ingegneri... ... _didattica), leggete la storia, scritta da Antonio quando ancora non era finita, qui (viewtopic.php?f=163&t=14822) e finalmente il risultato qui (viewtopic.php?f=163&t=18796) (guardate anche le date!). Almeno la pubblicazione potrebbe servire a qualcosa. Anche qui c’è un però. Sono state pubblicate solo le schede per le quali il docente ha dato l’assenso, per salvaguardarne la privacy! Come se la valutazione del proprio operato fosse un fatto privato … i soldi che prendiamo come stipendio, però, sono pubblici. E’ stata una colossale stupidaggine, per fortuna i modelli di qualità in corso di implementazione prevedono – senza fesserie sulla privacy – che questi dati siano pubblici. Serve ancora un po’ di pazienza … però senza abbassare la guardia: i vostri rappresentanti devono vigilare, “alleandosi” con quei docenti che alla valutazione meritocratica ci tengono perché lavorano bene (per fortuna, non sono pochissimi: forse a Ingegneria sono la maggioranza).

#4
michaelc

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PARTE 2. Monitoraggio degli esami

Un altro aspetto importante sul processo di valutazione è ricoperto dal “monitoraggio della fase di valutazione”, cioè della analisi, da parte degli studenti, delle modalità di conduzione degli esami. Di questo problema ancora una volta si sono occupati i rappresentanti degli studenti in Area Didattica di Ingegneria Chimica, in particolare Roberta Campardelli. Il processo è partito da lontano, vi riporto alcuni estratti (con le fonti in rete, per garantire la veridicità) di verbali delle nostre riunioni (ancora: guardate le date!). Il resoconto di questo processo l’ha fatto molto bene Roberta, postandolo su r0x (viewtopic.php?f=444&t=5116), allegando anche la scheda di valutazione (che era stata preparata come esempio solo per il secondo anno della laurea di primo livello – curriculum alimentare).

Verbale del Riesame (04 Dicembre 2008)
(http://www3.unisa.it...1247/rie_09.doc)
PA3.3 Processo di erogazione dell’offerta formativa e valutazione dell’apprendimento degli studenti
Integrazione: Valutazione esami di profitto da parte degli studenti tramite un questionario da somministrare agli studenti una volta all’anno per tutti gli esami sostenuti.
Integrazione: Azioni correttive tracciabili conseguenti all’analisi della valutazione dei corsi.

Consiglio di Area Didattica del 20 Febbraio 2009, Verbale n.3
(http://www3.unisa.it... ... 2.2009.doc)
6.4. Modello per monitoraggio esami
Il Presidente ricorda che nell’adunanza precedente del Consiglio era stato deciso di monitorare gli esami di profitto tramite un questionario da somministrare agli studenti una volta all’anno o a fine carriera per tutti gli esami sostenuti. A tal proposito il Consiglio aveva dato mandato al Presidente, coadiuvato dal GAV e dalla Commissione qualità, di proporre un modello per il monitoraggio degli esami di profitto da sottoporre agli studenti e le modalità di somministrazione del modello.
Il Presidente dà la parola all’ing. Caputo, Presidente del GAV, che presenta al Consiglio un esempio di scheda da somministrare agli studenti iscritti al secondo anno del corso di Laurea in Ingegneria Chimica (percorso Alimentare).
Dopo un’ampia discussione nel corso della quale da parte di alcuni viene evidenziato che gli studenti del primo anno non hanno ancora la maturità per poter esprimere un giudizio consapevole rispetto alla valutazione di un esame, viene proposto che si prepari una sola scheda da somministrare agli studenti alla fine del Corso di Studi; il Consiglio delibera di rimandare la questione all’adunanza successiva.

Consiglio di Area Didattica del 19 Marzo 2009, Verbale n.4
(http://www3.unisa.it... ... 3.2009.doc)
4.1 Monitoraggio prove di verifica dell’apprendimento
Il Presidente ricorda che nel precedente Consiglio è stato discusso il questionario da sottoporre agli studenti per il monitoraggio delle prove di esame. La struttura del questionario è legata alle modalità di somministrazione: alla fine di ogni anno accademico oppure alla fine del Corso di Studi.
Al fine di organizzare al meglio il questionario, il Presidente invita l’assemblea a decidere fra le due possibili opzioni. Si apre un dibattito a cui segue una votazione. La maggioranza del Consiglio si dichiara a favore di un questionario per ciascun anno di Corso. La Commissione, già individuata in precedenza (prof. Titomanlio, ing. Caputo, ing. Barletta), redigerà un questionario da somministrare agli studenti alla fine di ogni anno.

Consiglio di Area Didattica del 15 Aprile 2009, Verbale n.5
7.a Monitoraggio delle prove di verifica dell’apprendimento
Il Presidente ricorda che nella scorsa adunanza è stato deciso di somministrare un questionario per il monitoraggio delle prove di verifica dell’apprendimento agli studenti alla fine di ogni anno accademico. Il Presidente presenta una proposta di questionario preparata dalla Commissione (prof. Titomanlio, ing. Caputo, ing. Barletta). Si apre un dibattito dal quale prevale la proposta di modificare il questionario portato all’attenzione del Consiglio, in modo da poter avere maggiori indicazioni sulle motivazioni che lo studente adduce per il mancato superamento dell’esame di ogni insegnamento. Quindi nel questionario le domande sottoposte allo studente saranno ripetute per ciascun insegnamento.
Il Consiglio approva il questionario con le modifiche proposte (All.4)

Come si può vedere, nell’assemblea del 15 aprile 2009 la decisione è stata presa: tutti gli esami devono essere monitorati, distribuendo un questionario agli studenti. E poi cosa è successo? Complice l’oggettiva difficoltà del processo (chi deve distribuire le schede? In quale momento? Chi deve analizzare i dati?) il processo non è mai stato attivato. Di nuovo, NO COMMENT.

Ancora una volta, per fortuna, i modelli di qualità in corso di implementazione (Modello CRUI/EUR-ACE, http://www.quacing.i... ... 20rev4.pdf) serviranno a sanare queste pecche del nostro funzionamento. In particolare il modello CRUI/EUR-ACE prevede che (Area D, Monitoraggio; Requisito per la qualità D2, Prove di verifica dell’apprendimento): “Il CdS (Corso di Studi) deve monitorare le prove di verifica dell’apprendimento, al fine di accertare la loro adeguatezza a verificare il livello di raggiungimento dei risultati di apprendimento da parte degli studenti, l’efficacia degli insegnamenti e delle altre attività formative e la correttezza della valutazione dell’apprendimento degli studenti”. (Su questo argomento, si veda anche l’Area B, B – Percorso formativo; requisiti B2, Progettazione del percorso formativo e soprattutto B3, Pianificazione e controllo dello svolgimento del percorso formativo). Cioè: la verifica della conduzione degli esami, deliberata nel 2009 dall’Area Didattica di Ingegneria Chimica e poi disattesa, ora diventa obbligatoria: ovviamente, perché il processo sia implementato occorre – come al solito – vigilare.

#5
michaelc

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Altre domande:

2) Perché possono essere ignorate delle regole? [...”sono state violate le norme che presiedono all’assegnazione delle coperture didattiche”...]
3) [...”contro il mio parere, contro il parere del prof. Titomanlio che è il decano del mio settore, e contro il parere dell’Area Didattica”...] Chi decide l'assegnazione delle cattedre?

Queste due domande possono ricevere una risposta unitaria. Necessitano però di qualche premessa.

PARTE 1. Premessa

I docenti appartengono a due ruoli: il ruolo dei professori, di prima fascia anche detti ordinari e di seconda fascia anche detti associati; e il ruolo dei ricercatori, che se ricevono qualche incarico di insegnamento (oltre a fare il loro lavoro che è solo la ricerca) assumono il titolo di professore aggregato.

Le cattedre erano inizialmente di pertinenza dei professori ordinari, e addirittura ai ricercatori era vietato essere titolari di insegnamenti (la legge di riferimento è il DPR 382/80, vedi ad esempio qui: http://www.edscuola.... ... 82_80.html). Successivamente (L. 341/90, art. 14, comma 2, vedi ad esempio qui http://www.comune.je...ggi/l341-90.htm), le cattedre sono diventate di pertinenza dei Settori Scientifico Disciplinari (SSD), raggruppamenti di docenti con interessi scientifici e didattici comuni (per fare un esempio, io faccio parte del SSD denominato “Principi di Ingegneria Chimica”, e insieme a me a Salerno ne fanno parte Giuseppe Titomanlio, Professore Ordinario; Vittorio Romano e Roberto Pantani, Professori Associati; e Francesco Marra che è Ricercatore come me, ovvero entrambi siamo Professori Aggregati).

Per i professori di ruolo (Ordinari e Associati) la responsabilità didattica di un corso è obbligatoria (L. 341/90, art. 12, comma 3), mentre per affidare ulteriori incarichi ad un professore di ruolo oppure per affidare il primo incarico ad un ricercatore è necessario il consenso (L. 341/90, art. 12, comma 3). Inoltre non ci sono diritti di precedenza nell’attribuzione di incarichi (esisteva per le supplenze, L. 341/90, art. 12, comma 5, ma è stato cassato, L. 4/99, art. 1, comma 11).

L’attribuzione dei compiti didattici spetta alle strutture didattiche, sentiti gli interessati (L. 341/90, art. 15, comma 2). In particolare funziona così: la responsabilità dei corsi viene proposta dai settori scientifico-disciplinari alle Aree Didattiche, che attribuiscono i carichi didattici. La copertura complessiva è poi presentata in Facoltà, che cura l’armonizzazione delle coperture tra le varie AD che la costituiscono. Il processo è regolato dalla L. 341/90 (Legge Ruberti, all’art. 12) e, per l’Ateneo di Salerno, dal Regolamento generale per le attività didattiche (http://www.unisa.it/... ... ttiche.pdf, all’art. 2) e dal Regolamento di Funzionamento della Facoltà (http://www.unisa.it/... ... gneria.pdf, all’art. 3, lettere h ed i).

Quindi, riassumendo:
1. Alcuni insegnamenti sono di pertinenza di alcuni docenti (quelli di uno stesso SSD).
2. L’SSD decide al suo interno come ripartire le responsabilità, e propone questo schema (quadro delle coperture) all’Area Didattica, che lo approva.
3. La Facoltà approva definitivamente tutte le coperture.
4. I professori di ruolo DEVONO tenere almeno un corso (L. 341/90, a. 12, c. 3), che gli viene attribuito dalla Facoltà “sentito” l’interessato (che non può opporsi).
5. I ricercatori POSSONO tenere almeno un corso, per assegnarglielo ci vuole il consenso dell’interessato che accettando diventa professore aggregato.
6. Anche per assegnare ad un professore di ruolo corsi successivi al primo ci vuole il consenso dell’interessato.

#6
michaelc

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PARTE 2. Il caso in esame

Da alcuni anni io ero responsabile del corso di Termodinamica dell’Ingegneria Chimica 2, e per l’AA 2010-11 sono stato responsabile del corso di Complementi di Termodinamica e Reattoristica (che è nato dalla fusione di Termodinamica dell’Ingegneria Chimica 2 e di Reattori Chimici 2). L’anno scorso il mio SSD mi aveva confermato l’incarico (uno dei criteri è quello di rispettare la continuità didattica, cioè si cerca di non cambiare il docente sia per non sovraccaricarlo del lavoro legato ad un nuovo corso, sia per consentire agli studenti di beneficiare di una persona esperta in quello che insegna). Però il prof. Vittorio Romano ha voluto fare lui quel corso. Seguendo una procedura scorretta, e invocando un criterio di precedenza dei professori associati sui ricercatori universitari CHE NON ESISTE IN NESSUNA NORMA, è riuscito a forzare la mano e ad ottenere il corso che voleva. Però ha dovuto cedere un altro corso, e così io sono stato assegnato al corso di Reattori Chimici.

Quest’anno il SSD ha di nuovo proposto la copertura in termini di continuità didattica, e quindi avrei dovuto fare di nuovo io il corso di Reattori Chimici. Però il prof. Romano ha di nuovo contestato la copertura, e ha chiesto di fare Complementi di Termodinamica e Reattoristica E ANCHE Reattori Chimici. Ancora una volta, per evitare guai maggiori, dato l’intervento di persone di un certo peso, in Facoltà è passata la soluzione secondo la quale quest’anno farà lui Reattori Chimici (qui c’è la risposta alla domanda no. 2: è stata invocata, da parte del prof. Romano e del Preside, che presiedendo l’assemblea ha spesso l’ultima parola su ogni discussione, una norma inesistente che asserisce la precedenza dei professori associati sui ricercatori. Questa norma non esiste, esiste però il buon senso che dà la precedenza nei processi decisionali alle persone di maggior peso perché probabilmente più esperte: e allora perché è stato ignorato il parere del prof. Titomanlio che aveva deciso che io dovessi continuare a fare Reattori Chimici?). La Facoltà – che per fortuna sta per scomparire nella sua versione attuale – è stata dunque il punto di catalisi di questo processo scorretto. Io sono danneggiato da questa cosa (anche quest’anno devo cambiare insegnamento). Voi non lo so, lo deciderete da soli, ma secondo me è importante che sappiate quali sono le motivazioni che sono sotto questi cambiamenti e perché accadono certe cose.

Vi faccio notare come il modo di fare lezione, le vostre valutazioni, le capacità e i risultati nella ricerca (che è legata strettamente alla didattica) dei singoli non abbiano giocato alcun ruolo in questo processo. Abbiamo un bel parlare di meritocrazia e qualità: sono concetti vuoti, che si usano ogni giorno nei discorsi, ma che non si applicano mai nella realtà. Conta di più l’anzianità, i rapporti col barone giusto e un titolo (professore ordinario o professore associato), non importa come conquistato.

Quando c’è un conflitto di attribuzione tra due docenti per un carico didattico, i criteri di qualità e di efficienza dell’offerta formativa dovrebbero essere:
1. La continuità didattica, a condizione che però l’offerta degli anni precedenti sia stata considerata positivamente (non ha senso e non si deve continuare ad assegnare ad un docente un compito che svolge male),
2. Gli esiti della valutazione degli studenti (e in questo senso la valutazione della didattica dovrebbe essere integrata dalla valutazione del comportamento dei docenti agli esami, come già deliberato dall’AD in passato e mai attuato),
3. La quantità e la qualità della ricerca svolta, che DEVE avere un collegamento con la didattica, non essendo noi una scuola media superiore,
4. La quantità e la qualità dei servizi svolti per la struttura didattica dal docente,
5. La distribuzione dei carichi tra i docenti dello stesso SSD.

Da nessuna parte in questa lista c’è e ci deve essere il ruolo (PO, PA o RU). Non c’è nelle norme. Non c’è nel buon senso. Non possiamo imporla con logiche baronali desuete e contrarie ai criteri di efficienza. Men che meno in questa lista può avere un ruolo la data di nascita del docente.

#7
michaelc

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Ragazzi, ma davvero queste cose non vi interessano e non suscitano alcuna reazione?

Vi ricordo che potete commentare anche con messaggi personali che io posterò "anonimizzandoli".

Però mi aspetto commenti, di qualsiasi segno - anche contro il mio punto di vista, sono quelli che arricchiscono di più il dibattito.

Ciao
Gaetano

#8
michaelc

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Chi ha scritto questa e-mail non mi ha esplicitamente autorizzato alla pubblicazione, però spero di non fare torto al mittente condividendola con tutti, ovviamente senza riferimenti personali:

< solo oggi ho avuto il (dis)piacere di poter leggere tutto ciò che Lei ha postato su Rox, e finalmente mi è stato chiaro quanto di fumoso e incerto abbiamo vissuto noi studenti chimici e alimentari in questi mesi.

Ho letto con molto interesse soprattutto il Suo ultimo post, che ha confermato ogni sospetto. Per la stima e il rispetto che nutro nei Suoi confronti ritengo ognuna di quelle parole veritiere, anche se a mio avviso per formulare un giudizio davvero completo (e mi astengo dal farlo in questa sede) bisogna sempre sentire, come si suol dire, “le due campane”.

Ho dovuto constatare amaramente, ancora una volta, come in questa situazione (che definirei volentieri diatriba) mai una volta è stato fatto accenno agli studenti, se non al loro benessere, quantomeno a un minimo di serietà nei loro confronti. Benché ultimo anello di un meccanismo molto più grande di noi, siamo noi a pagare le tasse, siamo noi a pagare per un servizio che non ci tiene in alcun conto. [..Conta di più l’anzianità, i rapporti col barone giusto e un titolo (professore ordinario o professore associato), non importa come conquistato.]

Ciò tuttavia non mi stupisce più di tanto: da che mondo è mondo, l’egoismo e la sete di soddisfazione personale ha (quasi) sempre prevaricato sul benessere dei molti. E noi ci troviamo, ogni volta, a recitare il ruolo del vaso di terra cotta, di manzoniana memoria, costretto a viaggiare in compagnia di molti vasi di ferro.

Dalla mia triste riflessione, però, se può consolarla, emerge una nota positiva: gli studenti non sono burattini di legno vuoti, ma sono dotati di coscienza e spirito critico. Raggiunta ormai l’età della discrezione, sono perfettamente in grado di esprimere una propria opinione e un proprio giudizio, al di là di ogni condizionamento. La ringrazio, pertanto, di averci messo al corrente di tutto ciò, dell’impegno che si è preso per tracciare un discorso approfondito ed esaustivo in ogni minimo dettaglio, e perché, almeno per Lei, noi studenti non siamo solo una sequenza di dieci cifre. Questo Lei l’ha ampiamente dimostrato, fuori e dentro l’aula universitaria, ed è un modello da prendere ad esempio, non solo da noi studenti, ma anche da molti altri suoi colleghi. Sono certa che, per uno studente che scrive, ce ne sono altri dieci che, pur non commentando, sono d’accordo con le Sue parole, e senza alcun dubbio anche con le mie. >>
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#9
michaelc

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Giusto per aggiungere un elemento alla discussione.

Recentemente e dopo molti anni, in Italia è stato possibile partecipare ad un concorso per avanzare in grado nell'Università.
I curricula dei candidati sono pubblici, e si possono vedere qui: http://abilitazione....cacandidati.php

Il nostro Settore Scientifico Disciplinare (SSD ING-IND/24, Principi di Ingegneria Chimica), è ricompreso nel Settore Concorsuale
09/D2 - SISTEMI, METODI E TECNOLOGIE DELL'INGEGNERIA CHIMICA E DI PROCESSO (insieme ad altri due SSD dell'ingegneria chimica).

Potete vedere, nella lista dei candidati alla Prima Fascia, i curricula di alcuni degli attori di questo processo, e compararli.

Buon divertimento




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