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SCHEDE DI VALUTAZIONE PUBBLICHE - Una doverosa cronistoria


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#1
Antonio Montella

Antonio Montella

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Anni fa ci venne richiesto, come classe studentesca, di compilare una o più schede contenenti domande sulla didattica della Facoltà; sono proprio quelle schede che ci chiedono di compilare al termine di ogni corso con le domande più disparate e che difficilmente fanno breccia nel cuore dello studente. Perché?
Perché i risultati non sono pubblici!
Vi racconto però qualcosa in più: le schede di valutazione nascono da un’idea dei presidenti delle aree didattiche (AA 2001-2002), da utilizzare come strumento di autovalutazione del lavoro fatto con gli studenti. Questo doveva servire -e in alcuni casi è servito- ad eliminare le criticità presenti nei vari corsi, quali ritardi dei professori o problemi di didattica frontale, e a migliorare in senso generale la didattica della Facoltà.
Da quando questo esperimento è cominciato, però, le cose sono cambiate: meccanismi di premialità sono stati via via inseriti nelle innumerevoli riforme dell’Università, meccanismi che premiano la “qualità”. Ed è proprio nella valutazione della qualità che adesso vanno ad inquadrarsi le schede che compiliamo; già nel rapporto finale su Valutazione della didattica e accreditamento del lontano 2004 del Comitato nazionale per la valutazione del sistema universitario si legge:
“Il complesso delle misure e il modo di comunicarle devono mettere in azione due catalizzatori:
− Pubblicizzazione: la possibilità teorica che chiunque possa accedere alla documentazione induce comportamenti individuali informati da trasparenza e accessibilità e aumenta l’efficacia della comunicazione dell’organizzazione;
− Regole certe e chiare: le richieste formulate in modo appropriato stimolano comportamenti riflessivi che inducono miglioramento per imitazione amplificata e rinforzata dai processi di pubblicizzazione.”
Quanto semplicemente illustrato in questo rapporto è ciò che la classe studentesca chiede a gran voce da anni: trasparenza, regole certe, pubblicizzazione dei risultati! Senza questi catalizzatori NOI studenti non saremo MAI coinvolti in un processo che non sentiamo nostro, nonostante siamo NOI coloro che compilano le schede e siamo NOI a risentire direttamente della qualità della NOSTRA didattica.
E’ quindi da anni che i rappresentanti degli studenti si battono per la pubblicizzazione dei risultati delle schede di valutazione e per la formalizzazione di regole certe e chiare, unici strumenti che permetteranno di innalzare realmente il livello di qualità della didattica nella NOSTRA Facoltà e nel NOSTRO Ateneo e di instaurare un circolo virtuoso in cui NOI studenti ci sentiremo pienamente partecipi e responsabili nel processo di miglioramento della didattica.
Finalmente, dopo le promesse fatte dal rettore Pasquino nella scorsa campagna elettorale (2009), qualcosa si muove. Nel consiglio del mese di Dicembre 2010 l’Area Didattica di Ingegneria Chimica ha approvato la pubblicizzazione delle schede; il 24/03/2011 le altre Aree Didattiche in Commissione Didattica Paritetica hanno dichiarato di essere favorevoli alla pubblicizzazione delle schede. La stessa Commissione, date le “forti pressioni degli studenti”, ha espresso la volontà di stabilire regole certe e chiare secondo le quali verranno raccolti i dati e pubblicizzate le informazioni elaborate e, soprattutto, ha chiarito i tempi di applicazione della nuova procedura: due mesi. Ora la palla passa al Consiglio di Facoltà (CdF), organo in cui convergono tutte le strutture sopra citate; esso, nella seduta del 24/03/2011, ha già acquisito il parere della Commissione Didattica Paritetica e ha avviato una discussione sull’argomento. Pertanto speriamo e crediamo in una rapida approvazione delle belle intenzioni manifestate dal NOSTRO corpo docente, certi che soltanto tramite trasparenza, collaborazione e responsabilità (da ambo le parti) si possa portare a livelli ancora più alti la NOSTRA Facoltà e il NOSTRO Ateneo.

Antonio Montella Rappresentante in CdF - Direttivo StudentIngegneria


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"L'erba ti fa male se la fumi senza stile."




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